La comparsa di *d- dalla mutazione di un'antica consonante laterale, attestata anche nei rimari dell'EMC, secondo Sagart era già attestata nel I° secolo d.C. Unlike many of the dialects of Old Aramaic , much is known about the vocabulary and grammar of Middle Aramaic. Il prefisso *k- si usa per derivare dei nomi dai verbi (e.g. B < A). Il cinese antico[1] (cinese semplificato: 上古汉语; cinese tradizionale: 上古漢語; pinyin: Shànggǔ Hànyǔ), detto anche antico cinese o cinese arcaico secondo la definizione del linguista Bernhard Karlgren (in inglese, Old Chinese, abbreviato in OC e contrapposto al Primo Cinese Medio/Early Middle Chinese, EMC), si riferisce al cinese parlato dalla dinastia Shang (età del bronzo cinese, finita nell'XI secolo a.C.), fino a buona parte della prima dinastia Han (dal 206 a.C. al 25 d.C.), poi divenuta "Dinastia Han Orientale", in cui si forma una versione di lingua intermedia tra l'Old Chinese e il Primo Cinese Medio ricostruita da Weldon Coblin. Henri Maspero, «Préfixes et dérivation en chinois archaïque». Nella trascrizione Baxter-Sagart, i numeri per distinguere i prefissi, infissi e suffissi non sono utilizzati. 匡 > 筐 per indicare una cesta in bambù (forse si riferisce ai vimini o fibre intrecciate). Ricostruendo la storia di una variazione di scrittura, emergono questi dati interessanti. Un esempio di lingua Kuki-Chin è il Lushai, più volte citata da Matisoff nella sua ricostruzione del proto-tibeto-birmano (2003): in Lushai c'è una distinzione in sillabe di tipo A e B (le prime hanno un allungamento vocalico, le seconde no). È una consonante nasale non identificata che forma un cluster ben attaccato. un dizionario di Michele Ruggieri e Matteo Ricci del 1588, peraltro riscoperto negli Anni '30 e pubblicato decenni dopo) e il primo dizionario che tratta in modo preciso gli Han tu' con l'alfabeto latino introdotto proprio dai missionari gesuiti (cioè i sinogrammi nel Chu' Nom vietnamita) è di Pigneau e risale al 1773 (fu pubblicata postuma nel 1838. Secondo Zhou Zhumo, due varianti a questa coppia di diciture che riguardano le consonanti iniziali sono 緩氣 huǎnqì (fiato lento) con 急氣 jíqì (fiato veloce) e 洪音 hóngyīn (suono vasto) con 細音 xìyīn (suono sottile). Pertanto, la *l- si riottiene con questa mutazione, altrimenti sarebbe sparita completamente. /k, g/) faringalizzata viene resa con un suono uvulare. Quindi, in quelle di tipo A, data una consonante qualunque C e una vocale /a/ come fantoccio, *Caʕa > *Cʕa > *Cˁa (Kuki-Chin: *Caʕa > *Cʕa? Il Proto-Hmong-Mien (pHM) riteneva la *r-, ovviamente senza faringalizzazione se era presente. Una sillaba con stacco glottale in EMC che in più come chiave presenta un suono velare in EMC, e.g. E.G. Di contro, esistono già numerose grammatiche che illustrano come funziona la sintassi del cinese classico/Wenyan). Siccome 乃 è di tipo A, ha un significato enfatico, ha una pronuncia interiore e profonda dell'iniziale /n/ in comune con il suo quasi-sinonimo, è prodotta con il fiato lento e ha un suono vasto, siccome in più valgono tutte le argomentazioni a sostegno dette in precedenza, tutti gli indizi puntano a una faringalizzazione delle sillabe di tipo A, assente in quelle di tipo B. Baxter-Sagart ricostruiscono dunque 乃 *nˤəʔ e “而 *nə. Per esempio, nelle altre ricostruzioni le aspirazioni sono indicate con la "h" (e.g. I tibeto-birmani, secondo un articolo di Bo Wen, Xuanhua Xie et al. Più se ne trovano, più caratteri attestati e/o varianti antiche emergono, con tutto ciò che ne deriva). penisola dello Shandong). Una simile pronuncia si nota pure se il carattere si usa come chiave di lettura in 祆 xiān (EMC *xen). Indica un suono simile pure in vietnamita antico). A volte, siccome mancava una standardizzazione, due sinogrammi aventi una pronuncia simile potevano essere intercambiabili, e.g. Nella maggior parte dei casi, la credenza popolare crede che i caratteri che compongono la lingua cinese, siano – ognuna di essere – lettere dell’alfabeto. Quanto al suo significato, anch'esso è fuorviante perché a livello di origine non rappresenta in nessun modo un sigillo: è un uomo inginocchiato ritratto di profilo. Questo vocabolo e questo modo di vedere è usato da Matisoff, ma Baxter-Sagart in "Old Chinese. Simili divisioni tra prefissi sono presenti pure in proto-tibeto-birmano (Matisoff, 2003). Il riconoscimento dei caratteri sarebbe avvenuto nel fine Ottocento. Oggi si concorda che l'antico cinese avesse gruppi consonantici come *kl- e gl-, che non ricorrono in nessun dialetto cinese moderno. Le preiniziali (conosciute o meno) saldamente attaccate accanto a *b- (*C.b- sesquisillabico) oppure *m.p- sesquisillabico in altri casi spiegano la consonante aspirata *bh- in Proto-Min (*b- invece deriva dall'OC *b-). Alcune suddivisioni radicale-chiave sono scorrette perché la grafia standardizzata del periodo Qin e Han, esistite mille anni dopo i primi caratteri attestati, l'ha tratto in inganno e non ha potuto consultare le ossa oracolari). *k- e *g- e le nasali *ŋ- e *ŋ̊- sorda si palatalizzano in EMC se la vocale successiva è anteriore (e.g. Secondo lo studioso, il legame era quello di avere lo stesso luogo di articolazione, cioè la zona uvulare. alfabeto fonetico 1. Svariate sillabe in *mj- in EMC perdono la nasale iniziale dopo una lenizione presumibilmente in */v/ o simili in Primo Mandarino, di cui si trovano delle approssimazioni nel giapponese /b/ accanto a una variante più conservativa in /m/, siccome dei kanji hanno più possibilità di pronuncia. */g/ invece resta tale o si palatalizza leggermente in EMC perché seguita da -r- che muta in /j/ o da vocale anteriore (e in dei casi dalla vocale neutra schwa), tale per cui si formano sillabe come *gi, gjuw. Gli affissi possono essere divisi in OC in prefissi (prima della Ci di radice), infissi (appena dopo la Ci) e suffissi (dopo tutta la radice, inclusa la Cc). *ŋ come consonante iniziale, se non faringalizzata (tipo B) si palatalizza in *ny- in EMC. L’ alfabeto greco rappresenta il punto di partenza per imparare il greco antico. l'alfabeto cinese non esiste, perchÈ il cinese si scrive con i caratteri, non con le lettere. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 12 gen 2019 alle 22:44. Il primo nominalizza i verbi, facendo ottenere un nome di attività. 10-ago-2017 - Esplora la bacheca "scritte con penna stilografica" di Sara Cesari su Pinterest. Il cinese antico, comunemente chiamato "cinese arcaico", è la più antica forma della lingua cinese. Xu Shen non ha potuto nemmeno consultare i bronzi Shang e Zhou). Semplicemente, accanto all'osservazione delle grafie, si affianca un dizionario di Old Chinese. In origine indicava l'arista, cioè il filamento sopra il guscio che racchiude i chicchi di grano e di riso (per la precisione, l'arista è un filamento lungo e sottile, mentre i due involucri sono detti glumelle. i poeti) usata il suo dialetto nel comporre le rime, coniugando varietà e naturalezza, da cui si estraggono dati linguistici. Schuessler rintraccia la parola in altre lingue sino-tibetane, operazione possibile pure con il sito online STEDT, e rintraccia anche l'origine di una parola in Old Chinese a partire da un prestito di un'altra famiglia di lingue nei paraggi di quella sinotibetana). Non ha mai consultato le ossa oracolari del periodo Shang e Zhou (cioè le piastre di tartaruga e le scapole di bue incise e trapanate e mese sul fuoco a crepare per effettuare le piromanzie, dette anche plastromanzie e scapulomanzie) e non ha nemmeno consultato i bronzi Shang e Zhou (vasi, bacinelle, piccoli contenitori, specchi, pettini, bracieri...): entrambi non erano stati ancora diseppelliti, quindi i relativi corpora di caratteri (甲骨文 e 金文), di cui oggi esistono i dizionari, erano inaccessibili. Queste tribù, le Di-Qiang, entrarono in contatto con le tribù native austroasiatiche e Mon-Khmer. I Manciù non possedevano una scrittura, fino al XVII secolo, e di conseguenza non avevano neppure libri. Ogni carattere, infatti, è composto da una sillaba, e quest’ultima ha una pronuncia indipendente rispetto ai tratti che lo compongono. Altre preiniziali saldamente attaccate sono ricostruite dai prestiti di OC nelle lingue vietiche rintracciati. La tonogenesi a partire dalla caduta di suffissi morfologici derivazionali, presenti anche in Proto-Sino-Tibetano, viene formulata invece da Pulleyblank a partire dalla medesima osservazione svolta da Haudricourt in vietnamita. Il secondo si trova in verbi stativi per marcare l'intensità (intensiveness), e.g. Gli storici hanno trovato un’antica iscrizione cinese che risale a più di 3000 anni fa, anche se la scrittura moderna che riconosciamo oggi ha circa 2000 anni e, in base a ciò che sappiamo, è stata svilup… Quindi, entrambi i funerali sono andati a buon fine, ma il secondo ha preso più impegno e/o è stato molto più difficoltoso. Wu, Yue/cantonese, Minnan). Tutte le laterali dell'Old Chinese sono dunque sparite. *sy-) o meno se sono faringalizzate/di tipo A (e.g. L'alfabeto si basa su quello latino e contiene 32 lettere tra cui diverse lettere speciali, le cosiddette "rune", derivanti dall'antico alfabeto runico, che somigliano alle lettere del nostro alfabeto … La ricostruzione, secondo gli autori, non è quella definitiva nel caso in cui non solo emergono nuovi dati sull'Old Chinese a partire in primis dagli scavi archeologici, ma anche e soprattutto nel caso in cui i nuovi dati invalidano le ipotesi e le ricostruzioni precedenti. La consonante iniziale è faringalizzata (e in pronuncia la */ɾ/, monovibrante perché prevocalica, assimila la faringalizzazione) se è di tipo A. Il suffisso *-s è diviso in *-s1, *-s2 e *-s3 e si applica a radici che, se sono sillabe di tipo A, sono faringalizzate. La sua caduta ha dato origine al tono decrescente in Primo Cinese Medio. https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Alfabeto_manciù&oldid=102072261, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. I prefissi sia blandamente che saldamente attaccati non mutavano a livello semantico/di significato, ragion per cui da un unico prefisso con un significato invariabile si possono fare discendere due possibilità. Siccome le vocali erano le stesse, non avevano i toni e non ci sono modifiche a livello di rima, si spiega che la consonante iniziale, la stessa ma con la differenza tipo A-tipo B, in un caso è cupa e nell'altra no. Una radice può avere due prefissi di fila in OC. Ebbene, questa variante è stata abbandonata sempre per la mutazione della pronuncia, che è un'ulteriore prova. Le sillabe di tipo A hanno dato origine alle divisioni I, II e IV in Cinese Medio, in base alle classificazioni dei rimari. essere sveglio e cosciente > studiare, imitare; limpido, pulito > pulire; schiena > girarsi di schiena; granaio > stipare nel granaio). Come dice il nome stesso, sono i 540 "bù" che Xu Shen ha individuato nella sua magistrale analisi dei caratteri cinesi scritti nella standardizzazione del periodo Qin, lo Shuowen Jiezi (Xu Shen non ha potuto consultare le ossa oracolari, cadute in disuso e diseppellite e tornate alla luce secoli dopo, forse a partire dal periodo Tang; quindi Xu Shen, nel suo studio lessicografico, descrive i caratteri come apparivano al suo tempo e compie anche alcuni errori nella divisione e interpretazione. I caratteri cinesi (漢字 T, 汉字 S, hànzì P) sono le unità minime di significato (in linguaggio specialistico chiamate logogrammi) utilizzate nella scrittura del cinese.. Siccome quasi ogni suono ha una controparte faringalizzata, l'inventario di suoni in OC si è raddoppiato. Ebbene, la "glossa fumante", scritta da He Xiu dopo il secondo passaggio e in forma di dialogo, è la seguente, con traduzione molto fedele al testo in Wenyan: A: 曷為或言而或言乃? La preiniziale *t. seguita da un suono velare evolve in *tsy- palatale in EMC in base a un'analogia con i prestiti di OC nelle lingue vietiche, ricostruiti con una preiniziale. La culla delle lingue sinitiche (la prima a essere attestata, grossomodo durante la fine del neolitico cinese, è l'Old Chinese, parlato dal popolo Huaxia 华夏. comprare > vendere; ricevere > dare; studiare, imitare > insegnare; buono > amare, apprezzare; cattivo, brutto > odiare. Uno dei problemi iniziali nello studio del cinese è rappresentato dalla mancanza di qualsiasi tipo di alfabeto. La loro proto-lingua si chiama "Proto-Viet-Muong", a sua volta parte della famiglia delle lingue Mon-Khmer, un gruppo di lingue austroasiatiche da cui deriva il cambogiano. Tutte le consonanti si possono faringalizzare in Old Chinese. In più, alcune sillabe in *-p-s hanno subito una mutazione in *-t-s prima ancora dell'EMC, una mutazione che viene accennata altrove nel paragrafo. [2] Cioè, la scrittura primitiva progredì attraverso tre stadi di sviluppo: (1) lo zodiografico, (2) il polivalente, (3) il determinativo. Se ipoteticamente si fa risalire a prima delle prime tracce di scrittura, è anteriore al 1250 a.C. Quanto al Proto-Sinitico, discende direttamente dal Proto-Sino-Tibetano. Quelle di tipo B sono in entrambe le famiglie *Ca. quando si giudica qualcuno o qualcosa, 判断对错). Nelle prime ricostruzioni (e.g. Quanto alla precedenza della lingua sulla scrittura o viceversa, semplicemente i caratteri sono attestati dal 1250 a.C. e sono stati incisi per le piromanzie, ma di fatto disegnano concetti e parole pre-esistenti: alla grammatica e pronuncia sono stati adattati i primi pittogrammi, i primi prestiti fonetici e i primi caratteri con la struttura "radicale-chiave/pianpang" (con radicale a sinistra, in alto o che circonda il carattere). Di Old Chinese esistono sia libri che parlano della sua ricostruzione che dizionari etimologici, come quello di Alex Schuessler (2007), che in più contiene molte ricostruzioni in Old Chinese (ma la sua ricostruzione è diversa da quella di Baxter-Sagart 2014. La dicitura "Ci" viene usata pure da Matisoff (2003) nella sua ricostruzione del proto-tibeto-birmano. Tuttavia, il cinese classico presenta una grande varietà al suo interno, principalmente a seconda del periodo storico preso in considerazione, ed infatti il cinese classico di scrittori più recenti, come pure quello trovato fuori dalla Cina, sarebbe probabilmente difficile da capire per qualcuno dell'era di Confucio. Quanto alla trascrizione da loro usata, i suoni sono già stati presentati e, in generale, fa un largo uso della notazione IPA per ottenere la massima precisione, a costo di rendere difficoltosa la scrittura. Un paper di Laurent Sagart (2019) indica le correzioni di alcune etimologie sbagliate. Il proto-tibeto-birmano/PTB (ricostruito da Benedict e rifinito da Matisoff, 2003) non viene usato per testare la ricostruzione e le ipotesi formulate in Old Chinese, anche se si può usare per comparazioni in modo da trovare parallelismi: Baxter-Sagart non li eseguono siccome il PTB è una lingua separatasi dal proto-sino-tibetano: non è direttamente imparentata con il proto-sinitico, ma è la proto-lingua da cui discende un'intera lingua di famiglie, la famiglia sino-tibetana. [5] Probabili fonti di prestiti linguistici austroasiatici furono il popolo noto agli antichi Cinesi come Yue, e forse perfino gli Yi.[6]. Dai primi caratteri attestati nelle ossa oracolari (periodo Shang e Zhou) e nei bronzi Shang e Zhou si vedono le versioni originali di molti caratteri diffusi sia in passato che oggi, da cui si può ricostruire la composizione (molti altri caratteri, comunque ricostruibili, sono attestati a partire dal periodo degli Stati Combattenti e periodo Qin e Han e in poi). Le sillabe con EMC *hj- derivano dall'OC *Gʷ- labializzato. Anche della lingue Kra-Dai esistono le ricostruzioni, e.g. L'alfabeto degli hiragana è composto da 48 simboli che hanno il suono delle nostre sillabe, tranne alcune eccezioni date dalle cinque vocali ed un consonante che può essere pronunicata da sola che è la n. Ci sono sillabe formate da consonante e vocale o sillabe di una sola vocale. Per esempio, va affiancato alle versioni sulle ossa e sui bronzi, ai commentari, alle varianti dei caratteri (in cui abbastanza spesso restano cristallizzati degli elementi antichi o la disposizione originale dei componenti) e a degli studi paleografici e filologici (non etimologia folk o mnemotecnica) che si intrecciano con storia, archeologia e conoscenze basilari per esempio di tecniche di agronomia, se si pensa ad esempio alla coltivazione del grano, del riso e alla loro lavorazione (la derivazione etimologica delle parole a partire dai suffissi e prefissi morfologici dell'Old Chinese è un altro tipo di ricostruzione che a volte si può intrecciare con quella di stampo paleografico, cioè incentrata sulla grafia). In un secondo momento, sono state dissotterrate e polverizzate per creare preparati di medicina tradizionale cinese, come avveniva per esempio nel periodo Qing. Nel Guangyun, che possiede un compromesso tra varietà del nord e del sud durante il periodo del Primo Cinese Medio, si ricostruisce poi *mwon, con una vocale non arrotondata (forse */ʌ/) e da cui si ricava che la *-r è effettivamente mutata in *-n. Lo Shuowen Jiezi, nello spiegare il carattere indica 䎽 come variante antica. Se i dati a disposizione o scoperti sono in accordo con le ipotesi, non hanno la pretesa di avere ragione, ma spiegano che la direzione proposta è quella giusta. > *Ca:). Tuttavia, il fatto che i radicali Kangxi come grafia, nome e ricostruzione filologica siano il migliore punto di partenza per l'apprendimento dei sinogrammi, lo rende un errore dalle conseguenze pesanti. N indica una consonante sconosciuta più specificatamente di tipo nasale. quadrato > cesta quadrata di bambù [il kuang1]; brillante > finestra brillante) e si usa in dei verbi con una funzione non chiara. Secondo loro, andrebbe rintracciata per trovare ulteriori conferme nel Proto-Chin Settentrionale/Nordico (Proto-Northern-Chin, (P)NC). Tuttavia, sulle seguenti questioni la discussione resta ancora aperta: Le altre ricostruzioni chiaramente usano in parte delle convenzioni diverse, ma quella di Baxter-Sagart è quella con più diacritici e più vicina all'IPA per ottenere la massima precisione. non praticare una distinzione tra da un lato paleografia/filologia con conoscenze storico-letterarie, archeologiche e di tecniche antiche in alcuni campi (e.g. Nel cinese antico non c'è copula, essendo la copula 是 (shì) del cinese medio e moderno quasi un dimostrativo («questo», che equivale a 這 (zhè) in cinese moderno) nel cinese antico. L'opera di Xu Shen è stata arricchita con degli ottimi commentari che glossano il testo. Collega dunque la pronuncia più arcaica *[m].qhˤaʔ con 啎, in cui compare come chiave di lettura e che si pronuncia *ŋˤak-s. 午 e 五 da questo momento venivano usati come chiave di lettura intercambiabile. Forse queste somiglianze si spiegano per delle alterazioni date da morfologia spiegabile in pattern che risale a prima dell'Old Chinese (proto-sinitico? Con questa scrittura vennero tradotti in mancese la maggior parte dei libri cinesi. Questo tipo di code sono quelle meno attestate nei testi e dunque più complicate da ricostruire (ragion per cui i suoni sono messi in parentesi quadra, e.g. In più, non danno informazioni sulla consonante o cluster consonantico iniziale. Queste nasali sorde se sono ricostruite in sillabe di tipo A sono in più faringalizzate. Nella sonorizzazione, se la consonante dopo il prefisso nasale è aspirata, l'aspirazione cade: in EMC non esistono le sonore aspirate. Da dei prestiti in Proto-Hmong-Mien aventi una prenasalizzazione (e.g. Il ripudio dell'ipotesi sino-tibetana, d'altro canto, significa che tutte le parole apparentemente affini debbono essere spiegate come prestiti linguistici, alcuni forse successivi come il periodo del cinese antico. Baxter-Sagart la riprendono in pieno e si mettono anche a parlare del sistema di prefissi e suffissi (i primi autori hanno prestato poca attenzione alla morfologia dell'Old Chinese. È uno stop senza rilascio udibile di suono trascritto come /k̚/, tale per cui la vocale si interrompe perché la lingua si posiziona come una /k/. Siccome questo periodo è ricordato per le guerre sanguinarie tra 120 feudi, poi riuniti dalla prima dinastia imperiale, la Dinastia Qin, si può ipotizzare che siano avvenute per le guerre (in futuro, molte altre migrazioni avrebbero avuto come protagonisti dei profughi di guerra). *m.qhˤ- ha subito una convergenza con *ŋˤ- (che poi perderà la faringalizzazione) intorno al periodo in cui è stato scritto lo Shuowen Jiezi (100 d.C.) di Xu Shen, come si nota nella spiegazione 午∶ 啎也. La derivazione del sinitico e del Proto-Tibeto-Birmano dal Proto-Sino-Tibetano viene postulata nella suddivisione classica di Matisoff, 1978). Conoscendo in modo approfondito la scrittura e la proto-lingua, un paleografo e/o esperto di filologia sinitica può illustrare il carattere, per quanto sia già abbastanza intuitivo anche per un comune osservatore che compie un'operazione di etimologia folk. Anche il Proto-Hakka le possiede, insieme ai tre stop a fine sillaba. latino "septem", greco antico "hepta"), per poi cadere. La chiave di lettura infatti dà infatti un indizio. È una vocale che non si riesce a ricostruire. Queste scoperte hanno arricchito il repertorio di caratteri sui gusci di tartaruga, scapole di bue e sui bronzi Shang (vasi, bacinelle, pettini, specchi, bracieri...) e hanno permesso di ritrovare scritture non brevi e formulaiche e che trattavano argomenti disparati. Questa mutazione avviene pure in Proto-Min, che presenta nella sua ricostruzione i suoni palatali. Comunque, la necessità di rendere un testo fruibile a più generazioni e a più lettori in più punti geografici o di diversa provenienza non ha reso la scrittura pre-Qin non standardizzata eccessivamente variabile. Anche le lingue Kra-Dai, a cui appartiene il thailandese, hanno ricevuto prestiti dall'Old Chinese: i Thai avevano contatti con i cinesi fin dalla nascita di Nanyue. Poi questa interpretazione è caduta a favore di una distinzione tra vocale breve e vocale lunga (secondo Pulleyblank, quelle di tipo A avevano la vocale breve; secondo Zhengzhang e Starostin, quelle di tipo A avevano la vocale lunga). Anche le lingue Hmong-Mien (o Miao-Yao), da cui deriva la lingua dell'etnia Miao, ha ricevuto prestiti dall'Old Chinese con caratteristiche talvolta più arcaiche e conservative rispetto a quelli delle lingue vietiche e del Proto-Min. Il punto in basso indica che il cluster ha i due membri ben fusi e attaccati. Pronuncia in Old Chinese secondo la ricostruzione Baxter-Sagart (2014), Prestiti linguistici ed influenze non cinesi, Ricostruzione dell'Old Chinese (Baxter-Sagart, 2014), Macro-introduzione all'Old Chinese, alla ricostruzione Baxter-Sagart (2014), al metodo tradizionale, alle lingue usate, ai tipi di filologia e ai caratteri pre-Qin, Ricostruzione Baxter-Sagart (2014) dettagliata delle iniziali in pillole e trattazione sulla faringalizzazione, Ricostruzione Baxter-Sagart (2014) dettagliata delle rime e prefissi in pillole, Breve appendice intorno alla filologia dei sinogrammi e sull'utilizzo dello Shuowen Jiezi (Xu Shen), Nomi dei principali stili calligrafici cinesi, Riconoscendo l'arbitrarietà delle definizioni, nella nomenclatura delle voci viene usato il termine ".
Lele Giaccari Età 2020, Monte Torcola Valnegra, Filippo De Silva, Leggi Di Mendel Pdf Zanichelli, Farina Caputo Torino, Tema Su Una Giornata Indimenticabile, Pizzeria A Lucera,
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