L’Inghilterra non riuscì però, nonostante la supremazia militare resa evidente dalle vittorie dei corpi degli arcieri e delle fanterie popolari contro la cavalleria pesante francese, a consolidare l’occupazione sul piano politico. Cercò anche di reintrodurre tratti assolutisti, influenzato da Luigi XIV, con cui siglò nel 1670 il trattato d’amicizia di Dover, e ciò, unitamente alle non molto popolari guerre contro gli olandesi (1665-67 e 1672-74), riattizzò le tensioni col parlamento. L’intervento inglese fu più deciso nei riguardi di Napoleone, le cui ambizioni di dominio europeo si contrapponevano frontalmente alla tradizionale direttiva britannica in politica estera dai tempi di Elisabetta, ossia alla difesa dell’equilibrio continentale. rivoluzione industriale La rivoluzione industriale inglese. In questo documento l’industriale inglese Robert Owen (1771-1858) descrive la giornata lavorativa dei Tratto da: La storia contemporanea attraverso i documenti, a cura di Enzo Collotti e Enrica Collotti Pischel, Bologna, Zanichelli, 1974, p. 15. Gran parte della Francia fu occupata e rimase preda di disordini feudali e violenze sociali. La seconda crisi marocchina (1911) provò la persistenza di una situazione esplosiva a causa dei contrastanti interessi imperialistici europei, ai quali si aggiunsero nel primo decennio del Novecento quelli non meno voraci del Giappone e degli Stati Uniti d’America. Da allora la formula non è più cambiata e suona “Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord”. Tratto da: Documenti storici, a cura di Rosario Romeo e di Giuseppe Talamo, vol. La patente europea alle colonie. Due furono i nodi principali coi quali Elisabetta dovette confrontarsi per decenni: a) il problema della definizione confessionale, strettamente legato alla stabilizzazione politica interna e b) il viluppo delle relazioni internazionali, dominato dalla rivalità con la Spagna di Filippo II. Mentre nel commercio internazionale alla fase liberista ne subentrava un’altra sempre più segnata dal protezionismo e dall’antagonismo fra le nazioni, si affermavano come protagoniste industrie nuove, o che in passato avevano avuto una funzione meno centrale. Alla metà del secolo l’attività espansiva della Compagnia delle Indie e l’intraprendenza del capitano James Cook (1728-79) procurarono nuovi importanti acquisti alla Corona britannica nel subcontinente asiatico, in Australia e negli arcipelaghi dell’Oceano Indiano e del Pacifico. Tratto da: La storia moderna attraverso i documenti, a cura di Adriano Prosperi, Bologna, Zanichelli, 1974, pp. Si procedette alla costruzione di una fitta rete stradale, all’intensificazione dei traffici commerciali (stagno, rame, oro, argento, piombo, ceramica, ostriche, perle) e all’edificazione di città, tra cui spiccarono Calleva Atrebatum (Silchester), Camulodunum (Colchester), Glevum (Gloucester), Eburacum (York) e Londinium (Londra). A partire dal 410 la Britannia fu abbandonata progressivamente dalle milizie romane. Nel 1566 sorse a Londra il Royal Exchange, la “Borsa regia”, ben presto capace di porsi in alternativa alle grandi piazze finanzarie fiamminghe e anseatiche e ai banchieri tedeschi e italiani. È un’educazione a un sapere pratico che risulta decisiva intorno ai diciott’anni, quando la sua abilità manuale si affina a Londra, dove lavora come apprendista da un costruttore di strumenti e utensili: nel giro di pochi mesi è più bravo del titolare dall’impr… Inoltre, sino agli anni Sessanta dell’Ottocento l’industrializzazione si diffuse in Europa attraverso un processo di sostanziale imitazione del modello britannico, imperniato sulla centralità della produzione tessile. Conclusa la guerra nel 1918, i trattati di Versailles del 1919 fecero però registrare ancora una volta il successo delle mire imperialistiche di Francia e Inghilterra, benché apparisse chiaro che gli Stati Uniti – economicamente ormai la prima potenza mondiale – si avviavano a diventarlo anche sul piano militare e politico. furono fissati nel Bill of Rights del 1689. Si pensi solo alla messa in opera dei telai meccanici e ai loro effetti sull’industria tessile e cotoniera oppure, più tardi, all’invenzione della locomotiva (nel 1825 fu inaugurato il primo tratto ferroviario Stockton-Darlington), della nave a vapore e al loro impatto sull’industria dei trasporti e delle comunicazioni. Nonostante Napoleone avesse decretato il blocco continentale (1806) al fine di sottrarre i mercati europei alle merci inglesi, fu in realtà alla lunga più efficace la chiusura del commercio francese d’oltremare, consentita dall’ostacolo insuperabile frapposto sugli oceani dalla flotta inglese. Alla morte di Cromwell (1658) il figlio Richard, designato a succedergli, ma privo del carisma paterno, fu estromesso per iniziativa del generale George Monck (1608-70), forte dell’appoggio della Scozia lealista, dei cattolici e di parte delle truppe repubblicane ormai stanche della dittatura cromwelliana. Nel 1949 l’Irlanda si staccò definitivamente dal Commonwealth. 12-13. Attaccata fin dalla partenza da Cadice con una debilitante guerriglia dalle più maneggevoli navi corsare di Drake, inquadrate nella marina reale e armate con potenti batterie, la Invencible Armada fu poi semidistrutta nelle tempestose acque della Manica e costretta a cercare una via di scampo per il ritorno in Spagna attraverso la pericolosa circumnavigazione dell’isola, nel corso della quale affondarono molte delle navi restanti. Ciò è particolarmente evidente se si guarda agli sviluppi in materia di espansione marittima, commerciale e coloniale. Nel 1847 fu introdotta la giornata lavorativa di 10 ore. Dagli anni Cinquanta pertanto, sulla base di una situazione di relativa ma persistente pacificazione sociale (resa peraltro possibile dai proventi coloniali che aumentavano la fetta di reddito a disposizione dell’operaio inglese) e stabilità, il Regno Unito poté volgere tutte le proprie forze al consolidamento della sua posizione di prima potenza industriale, finanziaria e commerciale nel mondo (sancita dall’esposizione universale di Londra del 1851) e all’ampliamento di un impero coloniale sempre più smisurato (che giunse allora a comprendere un quarto delle terre emerse). Alla Gran Bretagna fu riconosciuto, sotto forma di mandato o protettorato, un altro vasto impero in Medio Oriente, che saldò i possedimenti del subcontinente indiano e dell’Estremo Oriente asiatico a quelli africani. Tratto da: Documenti storici, a cura di Rosario Romeo e di Giuseppe Talamo, vol. Nel 1964 vinsero le elezioni i laburisti di Harold Wilson, che si prefisse, nei sei anni in cui restò al potere, lo scopo di difendere le conquiste dello stato sociale pur ponendosi responsabilmente di fronte ai problemi del deficit della bilancia dei pagamenti e del bilancio, del controllo dell’inflazione, della necessità di ricorrere a nuove svalutazioni. Enrico VII rafforzò così l’unità politico-amministrativa del regno e col matrimonio di sua figlia Margherita con Giacomo IV di Scozia preparò l’unione tra le due corone. Da allora la Britannia cominciò a esser chiamata “gran” Bretagna proprio per distinguerla dalla “piccola” Bretagna in terra gallica. Da qui ebbe origine la common law inglese. La funzione imperiale britannica divenne oggetto di una specifica ideologia, cui portarono in vario modo il loro contributo pensatori politici come Thomas Carlyle (1795-1881), economisti e storici come Robert Seeley (1834-95), e scrittori come Rudyard Kipling (1865-1936). Alla decadenza feudale apportò un notevole contributo l’ecatombe di nobili e cavalieri, procurata dapprima dalle campagne militari in Francia, poi, soprattutto, dagli scontri sanguinosi fra i sostenitori delle Due Rose. Tra il Duecento e il Trecento avanzò lentamente il processo di integrazione tra anglosassoni e normanni, che si concluse poi con la guerra dei Cent’anni. In quanto maggior potenza protestante, l’Inghilterra prestava infatti soccorso ai correligionari perseguitati nei paesi – come la Scozia, la Germania, la Francia – in cui infuriava la persecuzione contro i riformati, nonché ai Paesi Bassi calvinisti impegnati nella ribellione antispagnola. Il protrarsi della crisi irachena e la crescente impopolarità lo costrinsero però nel giugno del 2007 a dimettersi e a lasciare l’incarico di primo ministro al suo compagno di partito Gordon Brown. Luigi XVI e gli economisti Turgot e ... •Dal 1792 al 1795 la Rivoluzione divenne più violenta ed ebbe come protagonisti i popolani di Parigi (sanculotti) guidati da Marat, Danton, Tratto da: La storia moderna attraverso i documenti, a cura di Adriano Prosperi, Bologna, Zanichelli, 1974, p. 171. Questa diplomazia fu messa in crisi dalla volontà di Filippo II di risolvere drasticamente le relazioni con l’Inghilterra (anche alla luce del ruolo che si era assegnato di massimo difensore della cattolicità nel quadro della Controriforma), rispetto alla quale egli vantava anche diritti dinastici attraverso Maria I. L’esecuzione di Maria Stuarda fornì il destro per l’intervento. Vittime illustri di tali eventi furono il cardinale Thomas Wolsey, antico cancelliere di Enrico VIII, privato dei suoi beni, e Thomas More (1478-1535). History. Tale incidente provocò l’azione repressiva del governo britannico e l’inizio della guerra con le 13 colonie, che riunirono le loro rappresentanze nel congresso di Filadelfia, dove, nel 1776, fu sottoscritta in forma solenne la Dichiarazione d’indipendenza. emanuelapandolfino. Nonostante l’esistenza di un diffuso spirito antiromano, l’Inghilterra non aveva seguito lo scisma luterano. Si privilegiarono gli interessi culturalmente ed economicamente più arretrati del paese, espressi nella politica dei dazi protettivi sul grano e nella concezione socioeconomica di Thomas Robert Malthus (1766-1834). Tra il 1912 e il 1914 si cercò di dare soluzione al problema irlandese attraverso la predisposizione di un progetto che concedeva all’Irlanda una forma di autogoverno (Home rule), approvato nel 1913, che però scontentò in egual misura i nazionalisti cattolici e i protestanti inglesi dell’Ulster e, pertanto, non fu trasformato in legge. Le premesse di grandezza e di magnificenza – anche in ambiti artistici, come la letteratura, per la quale oltre a Shakespeare sono da menzionare il poeta lirico Edmund Spenser (1552-99) e il drammaturgo Christopher Marlowe (1564-93) – si dispiegarono al punto che l’epoca elisabettiana fu avvertita dai contemporanei e dai posteri come il culmine di un processo storico al quale avrebbe fatto seguito, a un livello superiore, una nuova fase critica. Fu inoltre regolarizzato il ritmo del ricambio elettorale e saldamente stabilito il principio della maggioranza parlamentare ai fini della formazione dell’esecutivo. A Chamberlain, potente ministro per le Colonie dal 1895 al 1903, si dovettero gli impulsi determinanti in direzione della massima espansione e degli armamenti conseguenti (specie della marina militare che, a suo giudizio, avrebbe dovuto essere superiore a quelle unite delle due maggiori potenze navali dopo la Gran Bretagna), nonché della trasformazione graduale dei dominions nel Commonwealth. Fu questa la premessa della guerra civile e della rivoluzione inglese. Tratto da: Documenti storici, a cura di Rosario Romeo e di Giuseppe Talamo, vol. Le peculiari tradizioni politiche britanniche e la mentalità delle sue classi dirigenti, inclusa l’aristocrazia, offrivano un terreno particolarmente propizio allo sviluppo delle attività economiche e alla ricerca del profitto, che potevano svolgersi in un quadro di libertà e di certezza del diritto sconosciuti nella maggior parte del continente e che erano oggetto di una valutazione sociale più positiva che altrove. Pur rimanendo un paese a economia agricolo-pastorale, l’Inghilterra conobbe un rapido incremento demografico (da un milione di abitanti all’epoca di Guglielmo il Conquistatore a circa 3-4 milioni verso la metà del XIV secolo). Nel suo insieme tale epoca – che fu peraltro ricca di conflitti religiosi e sociali, come attestano le rivolte contadine guidate da Wat Tyler nel 1381 e l’esperienza del movimento dei lollardi, seguaci del predicatore e traduttore inglese della Bibbia John Wyclif (1320-84) – segnò il disgregarsi del sistema feudale inglese, nonché l’emergere di una nuova coscienza patriottica e, entro certi limiti, modernamente nazionale, resa possibile in primo luogo dal venir meno della divisione tra sassoni e normanni di fronte alle esigenze della guerra antifrancese. Tratto da: Documenti storici, a cura di Rosario Romeo e di Giuseppe Talamo, vol. I risultati in termini di risanamento finanziario non si sono fatti attendere, accompagnati però dall’aumento vertiginoso della disoccupazione, da un diffuso malessere sociale e dal privilegiamento di una ristretta classe di ricchi e benestanti vecchi e nuovi. Tratto da: La storia contemporanea attraverso i documenti, a cura di Enzo Collotti e Enrica Collotti Pischel, Bologna, Zanichelli, 1974, p. 5. Problemi non minori sorgono se si prendono in considerazione gli indicatori in base a cui misurare lo sviluppo, o l’ambito, sovranazionale, nazionale o regionale a cui rifarsi. Rivoluzione inglese: riassunto e cause RIVOLUZIONE INGLESE: RIASSUNTO. Tale approccio, per quanto attenuato dal successore della Thatcher, il conservatore John Major, diede tuttavia espressione a una tendenza di fondo dell’atteggiamento inglese nei riguardi della Comunità e poi dell’Unione europea. La tragica vicenda di Maria Stuart (o Stuarda, 1542-87), regina cattolica di Scozia, è emblematica di tali intrecci. A Enrico V fu riconosciuto il diritto di successione sul trono francese e suo figlio, il futuro Enrico VI, fu incoronato re di Francia. Ebbe così fine la stagione dell’assolutismo monarchico in Inghilterra e fu proclamato il Commonwealth, ossia la repubblica. La stessa legislazione sociale esistente veniva spesso disattesa. L’insieme degli eventi bellici che tradizionalmente vengono compresi sotto le denominazioni di guerra dei Cent’anni e di guerra delle Due Rose occuparono complessivamente un arco di tempo di quasi un secolo e mezzo – dal 1337 al 1453 la prima e dal 1455 al 1485 la seconda. L’età dell’Illuminismo 3. I punti caldi per i quali si sfiorò una guerra aperta furono, negli anni Ottanta e Novanta, la zona di confine tra l’Afghanistan e l’India, sulla quale premeva l’espansionismo russo, e l’Africa nordorientale, in Egitto e nel Sudan. All’epoca però mancava al regno inglese il peso militare per interpretare degnamente tale ruolo. americane contro la madre-patria inglese) •Lusso della corte •Aumento dei funzionari pubblici •Ingenti spese del 1° e 2° stato . Fu dimostrata per la prima volta l’insostituibilità, nelle guerre contemporanee di lunga durata, di un retroterra industriale e finanziario vincente. L’intervento dell’esercito inglese, lungi dal risolvere il conflitto, ne cronicizzò la trasformazione in guerriglia terroristica, condotta dall’IRA (Irish Republican Army) con un sistematico ricorso ad attentati sanguinosi su obiettivi militari e civili. S’instaurò allora una dinamica conflittuale – proseguita sotto i regni di Enrico III (1216-72) e di Edoardo I (1272-1307) – tra i tentativi regi di ripristinare in pieno l’autorità della Corona e lo sforzo dei vari ceti sociali di delimitarla, che ebbe un importante riflesso nell’attività del giurista Henry de Bracton (circa 1216-68), assertore di uno dei primi sistemi di costituzionalismo medievale basato sulla common law e autore del trattato De legibus et consuetudinibus Angliae (1257-59). Il movimento operaio inglese, superata l’apolitica inerzia sindacale, aveva fondato nel 1900 un nuovo partito, il Labour Party, che nelle elezioni del 1906, vinte dai liberali, ottenne 29 deputati. In tali condizioni l’attentato di Sarajevo (1914) fece precipitare l’annosa crisi balcanica nella prima guerra mondiale. La svolta vi fu con il passaggio dell’Unione Sovietica nel campo delle potenze antihitleriane e con l’ingresso nel conflitto degli Stati Uniti d’America (1941), i quali peraltro erano già passati con Franklin Delano Roosevelt dalla neutralità al sostegno “non belligerante” dell’Inghilterra con la legge “affitti e prestiti” e l’approvazione della Carta atlantica dello stesso anno. 39-48. Incalzati dalle tribù germaniche i celti britanni si ritirarono gradualmente da gran parte dell’Inghilterra attestandosi nel Galles, in Cornovaglia, nella Scozia meridionale e in Armorica. La seconda introdusse un ordinamento federale con la creazione di Parlamenti autonomi in Scozia e nel Galles, dotati di ampi poteri, entrambi a maggioranza laburista. LA RIVOLUZIONE AMERICANA a cura di Nicola Matteucci Prima edizione A cura di Nicola Matteucci 1968; Note: Traduzioni di Ernesto Molinari. Ad Asquith, incolpato di scarsa intraprendenza, succedette nel 1916 il gabinetto di guerra di Lloyd George. La rivoluzione industriale inglese, giunta a compimento verso la metà dell’Ottocento, è riconducibile alla presenza di fattori di natura diversa. Nel 1461, in seguito alla battaglia di Towton, divenne re Edoardo IV di York (1461-83). Poco più tardi, per l’insostenibilità della situazione, fu però obbligato a riunire quello che sarebbe diventato il Lungo Parlamento (1640-53). Manchester, capitale della lavorazione del cotone, passò dai 27.000 abitanti del 1773 ai 228.000 del 1831. Si trattò certamente, come avrebbe sostenuto Schumpeter, di “bufere di distruzione creativa”, giacché alle innovazioni si accompagnarono anche drammatiche conseguenze: basti pensare che la meccanizzazione della tessitura portò con sé la distruzione della figura professionale centrale dei tessitori, che dai circa 250.000 che erano nell’Inghilterra del 1820 si videro ridotti a 3000 intorno alla metà del secolo. Il termine Britannia fu poi utilizzato da Cesare nel De bello gallico. Agli inizi del Novecento oltre 400 milioni di uomini, un quarto della popolazione mondiale, ne facevano parte.
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